19.3.23

Isaac - Capitolo 2 (Romanzo Completo)

 


- CAPITOLO 2 -




Isa udiva un  rumoroso trillo convulso, di una sveglia non sua, da dove proveniva il suono molesto? Dalla camera della madre? 

<<Ti vuoi alzare, oppure no?>> era proprio lei: quell’essere che in un instante spalancò la porta della camera.



Il ciclomotore di Isa non voleva partire, piccoli spunti di accensione ma poi si arrestava; il pieno di miscela l’aveva preparato lui stesso un paio di giorni prima.

<<Si può sapere cos’è che non va in te?>> esasperato ed ansimante per le continue pedalate infruttuose - con il doppio cavalletto del motorino tirato sù - urlò il povero ragazzo. Il ciclomotore, un Piaggio, non rispose ovviamente. Eseguì altri controlli vari, magari è la candela…

Finalmente riuscì a partire: con quel cicaleccio innocuo che contraddistingue il mezzo. Con attenzione continua e la manopola del gas tirata, il giovane si mise il casco e varcò il cancello di casa.

Quella giornata di inizio primavera era gradevole: timidi colori, insetti e profumi di fiori, erba e terra bagnata. In definitiva, avrebbe voluto fare ben altro che dirigersi a Marinella Porto per un colloquio d’orientamento al lavoro. Non era tanto il viaggio che lo infastidiva - ora notava anche folate odorose di gas di scarico, pollini bianchicci svolazzanti, sterco a forma di piccole colline ai bordi della strada - ciò che lo infastidiva era perdere tempo. L’utilità gli sfuggiva.



Era seduto, in un corridoio illuminato dalla luce in esterna - proveniente da due finestrine - la quale rifletteva su un tavolino bianco di pessimo gusto: le sagome delle sette persone in attesa. Lui era l’ultimo. Erano già le 11:00 ed iniziava anche ad avere fame, la colazione l’aveva saltata.

Arrivò il suo turno e si trovò al cospetto di un donnone sui sessanta con grossi occhiali del periodo del Paleolitico, suppongo. Una camicetta troppo repressiva per il suo petto, lei fissò negli occhi Isa.

<<Si accomodi pure… vedo con piacere che è presente al colloquio di orientamento al lavoro. Sono in diversi che dimenticano di ripresentarsi. Io e lei, non ci siamo mai incontrati vero?>>

<<No, l’altra volta c’era un signore… anche un po’ sordo>> rispose lui. 

<<Ah certo. Andrea Arduini è andato in pensione, sicuramente un soggetto molto interessante! Ora avrà tutto il tempo che vuole per dedicarsi alla sua grande passione: la poesia. A lei piacciono le poesie?>>

<<Per niente>>.



Un cambiamento di postura vistoso, tirò ancora la sua camicetta verso il basso e drizzò la schiena.

<<Bene. Il colloquio consta in semplici domande d’orientamento. La prima: quali pensa siano i suoi pregi e i suoi difetti in ambito lavorativo?>>

<<Anche se non ho mai lavorato, credo che un mio pregio sia la fantasia>>

<<In che senso la fantasia?>>

<<Intendo quella possibilità di evadere con la mente anche quando ci si trova tra quattro mura>>

<<Ah, beh. E il tuo difetto quale credi che sia?>>

<<A volte sono in ritardo - non che lo faccio apposta - però mi viene fatto notare>>

<<Sì, la scarsa puntualità non è un bene in nessun lavoro. E dimmi ancora una cosa: quale lavoro sogni di fare?>>

<<Non saprei… sono ancora alla ricerca di me stesso. Sono sincero>>.



La donna si allontanò con la sedia lentamente dalla scrivania, si alzò e si avvicinò di lato al giovane. E quasi come un sussurro disse:

<<Credi all’utilità di questo colloquio?>>

<<No, per niente>>.







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