28.9.23

Winter (2019)

 

© MIKAEL COMPO




19.8.23

La musica liquida, secondo me


 




Una premessa: come in tutti i contenuti che produco quelle che vado ad esprimere sono opinioni personali, non sono un esperto che crede di avere ragione su tutto… chi avrà modo di leggere se troverà delle idee utili potrà poi approfondire con gli strumenti che meglio crede. Oppure - sicuramente - le vostre soluzioni pratiche sono già migliori di ciò che ora andrò ad esporre. Ma nello specifico di cosa voglio parlarvi? Beh… dell'ascoltare la nostra amata musica.

Ho avuto il privilegio di vedere diversi cambiamenti nella fruizione musicale. Da adolescente era il periodo delle musicassette e dei primi Walkman con cuffiette ad archetto. Con i primi soldini che guadagnavo, andavo presso le edicole o nei negozi specializzati, per accaparrarmi l’ultima uscita di qualche artista italiano. Sì, lo ammetto! Avevo dei gusti musicali abbastanza basici… ero molto legato al Festival di Sanremo.

In seguito arrivò il momento dei CD Audio. La differenza si sentì eccome! La qualità audio e la pulizia del suono non avevano precedenti. Secondo voi cosa decisi di fare? Lentamente ma inesorabilmente creai la mia raccolta discografica, tutta in formato CD. Fu un bel periodo, dove iniziai ad ampliare l’ascolto verso generi musicali più vari: elettronica, rock, musica classica, e artisti sotto etichette indipendenti. Con il tempo i CD originali che possedevo gelosamente erano più di 200.

Ma le cose cambiarono ancora. Arrivarono i maledetti Mp3. Ovviamente scherzo su maledetti! Con uno sforzo inedito da supereroe… per qualche tempo cercai di non assecondare il cambiamento. In effetti riscontravo che con l’ascolto in cuffia o con impianti Hi Fi l’ascolto di file musicali Mp3 era un piccolo passo indietro rispetto alla fedeltà del suono. Non desidero annoiarvi con le differenze tecniche che in effetti esistono… ma nonostante tutto anche io abbandonai i CD a favore degli Mp3. 
Fu una decisione maledetta, perché per anni mi abituai ad ascoltare una compressione sonora troppo aggressiva… e lontana dall’esperienza precedente. C’è da dire che però, con l’avvento della musica liquida, quindi intangibile, formata da bit e non masterizzata su un supporto fisico, almeno un aspetto fu migliorato notevolmente. Conservare centinaia di Album non occupava spazio reale nella nostra abitazione, era tutto lì, conservato nel PC o in qualche supporto di memoria.

Anzi se dobbiamo dirla tutta, da più di una decina d’anni, una delle alternative che sempre più utenti intraprendono è utilizzare le piattaforme di streaming musicale come Spotify, Deezer, Amazon Music eccetera. Nelle loro versioni gratuite la qualità del file di ascolto è simile ad un Mp3 a 256 kbps. Nei loro abbonamenti a pagamento da non molto si può scegliere anche l’alta fedeltà (escluso Spotify), ossia un ascolto come un CD Audio.

Ed ecco l'idea che porto avanti da un po’ di tempo. Voglio crearmi nuovamente una raccolta musicale a livelli seri, con centinaia di Album acquistati in digitale, però di una qualità di ascolto superiore rispetto all’MP3. Ho abbandonato gli abbonamenti premium sulle piattaforme streaming di musica, perché se vi mettete a fare due conti, l'importo che si paga in un anno si potrebbe investire direttamente nell'acquisto di Album musicali che saranno per sempre vostri. E’ vero che per intraprendere questa strada ci vorrà un po’ di pazienza, un po’ come quando si andava in giro per negozi per crearsi la propria raccolta musicale definitiva… però c’è più soddisfazione almeno per me.











Ma in pratica come si può fare? Io utilizzo il sito Qobuz (ecco il link). Qobuz è anche un App di streaming, ma ora mi riferisco alla sezione del loro sito chiamato Boutique Digitale. All’interno dello store quando troverete un disco in vendita di vostro interesse, potrete scegliere la qualità audio dei file. Selezionando CD… dopo l’acquisto scaricherete i brani in formato FLAC.

Il FLAC è un formato audio compatibile con tantissime autoradio e riproducibile senza alcun problema anche dal PC, inoltre a differenza dell’Mp3, la compressione verso il formato FLAC non distrugge la qualità della registrazione originale. Anche in merito al peso del singolo file… non è eccessivo! Di media da quello che ho visto… per i brani che non superano i 5 minuti la memoria utilizzata per singola canzone è al massimo 40 mega. Beh, questa per me è una bella soluzione, così riesco ad avere il meglio della musica liquida continuando a non occupare spazio in casa.




24.6.23

Il social che non ti aspetti: "Quora"

 








Hai presente quel social che è una fotocopia (per molti aspetti) del defunto Yahoo Answers? Quora è tecnicamente un forum con domande poste dagli utenti o da un A.I. e risposte date da altri utenti (ma va?).
    Perché è un social adatto ai creativi? Perché genera un traffico web impressionante! Da qualche mese - anche in Italia - le domande e le conseguenti risposte vengono listate sul motore di ricerca Google. Possiamo definirlo un social network, perché in effetti vi permetterà di venire in contatto con altri esseri umanoidi che hanno i vostri stessi interessi e passioni.
    Io sono su Quora da Marzo 2019, ogni mese i miei contenuti producono più di 4.000 visualizzazioni. Ma quanto tempo ci ho dedicato per raggiungere questo risultato? In media 5 minuti ogni due giorni!
    Che ne pensi, ti può interessare? Se la risposta è affermativa trovi Quora nella versione desktop (a questo link) e trovi anche l'App ufficiale per i dispositivi mobili.









21.6.23

Il social che non ti aspetti: "Introduzione"

 






"Anno 2023, crisi dei social network", mi pare azzeccato come titolo per rappresentare il periodo storico. Con la serie di post che seguiranno... ho voglia di raccontarvi alcuni social differenti - ma - molto efficaci in alcuni aspetti specifici. Certo, alcuni di noi da un social cercano leggerezza e svago... c'è a chi piace mettere cuoricini ai gattini steampunk (?!) o ad altri animali feroci.
    Quindi definiamo il target di riferimento: la serie Il social che non ti aspetti è indirizzata ai creativi; chi ad esempio ha bisogno di stimoli per portare avanti progetti online. Ovvio, è una piccola parte dell'utenza dei social network... ma va bene così! Su zeropoesie.com funzionerà alla grande.









18.6.23

Isaac - Capitolo 5 (Romanzo Completo)

 


- CAPITOLO 5 -




    Nando, suo figlio, così differente da lui. Sembrava uno scherzo del destino, il suo unico figlio… così estraneo, diverso, indifferente.     Isaac e Nando si rincorrevano in una spirale, per poi ricominciare ad allontanarsi, ogni volta esausti; eppure si volevano bene. Esisteva dell’affetto - dato dal legame parentale - ma quel sangue per loro risultava insufficiente. Desideravano ardentemente andare al di là del consueto rapporto genitore e figlio. Almeno a fasi alterne si convincevano - ognuno per proprio conto - che le cose potevano evolversi e sbocciare finalmente in un nuovo legame: pacifico e propositivo. E magari diventare persino dei buoni amici.     Isaac non poteva certo dimenticare le parole di Nando, che pochi giorni addietro gli aveva rivolto, parole affilate come lame - ponderate da tempo, ne era sicuro - ecco perché il risultato fu così disastroso. Il 10 Maggio 20** Nando andò a vivere per suo conto nel Distretto Lugano, in Svizzera, lasciando i genitori senza una spiegazione definita o plausibile. Il giorno dopo, l’11 Maggio, Isaac lasciò la moglie. Ho bisogno di tempo, una pausa di riflessione, le disse. Ecco, il disastro era pronto! Nando diciottenne era in crisi esistenziale, Isaac dopo più di vent’anni passati in famiglia e con Victoria, era anche lui in crisi.






17.6.23

Generazione call center

 





Mate Service è il nome dell'azienda che cerco. Il navigatore mi ha guidato con disinvoltura presso l'indirizzo, ma l'azienda dov'è? Mi trovo di fronte ad un enorme palazzo: molto largo, almeno 300 metri, e alto tre quattro piani. Il numero civico è il medesimo per le varie attività commerciali che lo compongono. Al primo piano si trovano alcuni negozi: abbigliamento femminile, negozio di/per animali... ed un bar. Sarà la mia salvezza?

Appena entro comprendo di essere nel posto giusto, non troppo lontano dal bancone riconosco una particolare specie umana che identifico al volo gli sfigatelli... ne faccio parte anch'io, ecco perché! Mi avvicino ai tre ragazzotti e chiedo <<Anche voi per il colloquio con la Mate Service?>>. Uno dei tre: quello con il piercing al naso risponde <<Sì, l'ufficio è al terzo piano... ma non c'è fretta, i colloqui vanno per le lunghe>>. Poi il ragazzo accanto interviene <<Ciao sono Cecilia, ci sono almeno in venti, in fila, di sopra>>. Mazza che cessa Cecilia.

Siamo in dieci seduti attorno ad un tavolo rettangolare, bianco. Aria condizionata a palla, bottigliette d'acqua naturale e bicchieri da caffè in plastica. Finalmente arriva trafelata una donna minuta con sottobraccio una cartellina, è vestita con un elegante tailleur grigio <<Buongiorno ragazzi e ragazze, scusate per l'attesa! Incominciamo subito?>>. Tutti in coro vorremmo dire <<E daje!>>. Lei continua <<Magari vi domandate di cosa si occupa la nostra azienda. Noi della Mate Service operiamo in un campo in estrema crescita... dove il valore del singolo viene sempre premiato. Un azienda 5.0!>> purtroppo prosegue per almeno dieci minuti a spiegarci il nulla assoluto e sinceramente non ho ancora capito che lavoro offrono. La donnina tailleur accende un proiettore e ci domanda <<Nel nostro vivere contemporaneo, di cosa non potremo fare assolutamente a meno?>>.
<<Il sesso>> dice qualcuno,
<<La musica>>, <<L'aria!>>,
<<Le biire>> dice Cecilia.
Interviene tailleur grigio <<Ok ok... vi do un aiutino. Guardate sul tavolo. Quale oggetto ognuno di voi ha poggiato sul tavolo?>>.
<<Quindi voi vendete smartphone!>> affermo fiducioso e trionfante. 
<<No Di Cioccio. I vostri smartphone sarebbero inutilizzabili senza l'energia elettrica. E noi lavoriamo in tale ambito. L'azienda fondata dal luminare Felipe Mate lavora da sempre nella produzione di energia elettrica pulita, prodotta ad impatto zero. Ora insieme al direttore d'ufficio dovrete eseguire un test della durata di un trentina di minuti, poi per oggi avrete finito. Ci vediamo domattina con chi verrà assunto, alle 9:30. Siate puntuali!>>.


***


Decidere come vestirmi è stato un problema. E ora qui alla postazione da lavoro capisco di essere fuori luogo con il mio abbigliamento. Non immaginavo di trovare un ambiente simile, in ufficio, un PC, una scrivania... per farci cosa poi? Gli altri sono molto più eleganti di me: camicia e persino cravatta per gli uomini, abitini eleganti le donne. Ma di che mi lamento? Stasera comprerò quello che mi occorre per essere presentabile, ho un contratto di lavoro indeterminato!

Comunque è stato davvero strano il test di ieri, quello che dovevamo superare. E del gruppo di cui facevo parte, sono passato solo io. Ma anche ora, non credo di comprendere in cosa sono stato migliore, anzi ero sicuro di aver fatto una brutta impressione al direttore. Ah! Il direttore dell'ufficio... un tipo alquanto originale. Sergio, sulla trentina, tenuta e postura da golfista consumato, somiglianza a Tiger Woods sconvolgente... merito delle lampade abbronzanti? La sua apparizione è stata breve: spiegazione del test, durata un minuto. Poi a termine test, altro minutino. In che consisteva il test vi starete chiedendo… ed io continuo a chiedermi a cosa sia servito. Sergio esordì così <<Ragazzi avete mezz'ora da orologio per eseguire il seguente compito. Immaginatevi di essere a bordo di una piccola imbarcazione alla deriva: un motoscafo o una barchetta a remi. Siete in mezzo all'oceano e attendete da giorni l'arrivo dei soccorsi. Le provviste iniziano a scarseggiare e in lontananza scorgete con timore l'arrivo di un temporale. Siete consapevoli che la vostra imbarcazione non potrà esservi utile, siete in totale balìa degli eventi atmosferici, e siete consapevoli che non reggerà alle onde che presto arriveranno. La decisione, anche se è dura, è solo una: dovrete lasciare in acqua al suo triste destino uno di voi... Chi lascereste in mare, tra voi dieci? Tra trenta minuti mi dovrete dare una risposta condivisa>>.

<<Ma che cavolo di test è questo?>>
<<Come si fa a decidere chi buttare in acqua? Per poi lasciarlo morire?>>
<<Se... magari scegliamo uno di noi a caso, poi quella persona non verrà assunta?>>
<<... Oppure è l'opposto magari. Verrà preso in considerazione e verrà messo a lavorare chi scartiamo?>> frasi e ragionamenti simili furono al centro del nostro test. Passarono i minuti assegnati e la situazione si era a dir poco resa paradossale. Il nostro gruppo aveva una risposta concorde. Attendevamo il Sergio.


***


<<Bene Di Cioccio... si accomodi pure>> ora mi trovo nell'ufficio del direttore <<... devo dirle carissimo, che mi ha colpito la sua determinazione nell'affrontare il test di ieri. Eccola qui, ho appuntato la risposta su cui siete stati concordi come gruppo... e aggiungo declamata da lei con particolare passione "Questo test è una cagata pazzesca!">>, sorride e continua <<Davvero originale, non c'è che dire. Ecco perché fa parte del nostro organico. Non mi interrompa per favore... sennò perdo il filo del ragionamento. Stamattina magari si chiedeva in che cosa consiste il suo nuovo impiego e forse non lo crederà vero ma è estremamente collegato al suo test. Il suo lavoro sarà stimolare la fiducia nei suoi ascoltatori, dovrà in poco tempo e in poche parole pilotare le decisioni dei nuovi clienti. Come ben sa, il suo è un contratto indeterminato, però è giusto che chiarisca alcuni particolari, il suo lavoro è flessibile e libero. Lei può decidere quanto tempo dedicare al suo impiego, a noi non interessa, è una sua responsabilità. Ad esempio potrebbe lavorare anche solo al mattino, oppure alcuni giorni full-time e altri prenderli come liberi... sarà soltanto lei a deciderlo. Alla Mate Service lavoriamo per dei committenti che commercializzano offerte di fornitura luce e gas. Dalla sua postazione, in automatico, il sistema inoltrerà chiamate nel territorio nazionale. Solo ad utenze residenziali. Una volta che avrà convinto il nuovo cliente, per legge, dovrà attivare una registrazione e leggere uno script ufficiale. Il nuovo cliente dovrà rispondere alle domande solo in maniera affermativa. Ogni volta che porterà a buon fine una registrazione avrà sottoscritto un contratto di fornitura energetica. Lei di conseguenza guadagnerà 20 euro netti in busta paga a fine mese. Come ben comprende, lei Di Cioccio può crearsi la busta paga che meglio desidera. Basta impegnarsi! E metta a buon frutto il suo ascendente sugli altri... ultima cosa, prenda le sue cuffiette>>.




16.6.23

Nel nido dei serpenti (Nickel Sedai)

 






NEL NIDO DEI SERPENTI


Non mi toccare
perché potrei esplodere.
Non mi sfiorare
perché potrei crollare.
Non mi guardare
perché potrei spezzarmi.

Infondo, son ben poca cosa:
un pallido volto
del disincanto
di due innamorati.
Fragile, nel nido dei serpenti.


- Nickel Sedai -








13.6.23

Senza senso

 






Sono cose che non si fanno, prendersi gioco delle regole... così, impunemente. E' una regola implicita: bisogna assecondare la linearità del pensiero - tracciando una o più vie immaginarie - e proseguire in ordine dal punto iniziale alla conclusione.
Senza scossoni strutturali, ribaltamenti di soggettiva e complicazioni sterili.

Quindi mi spiace - caro lettore - ma non posso farci davvero nulla, il mio scritto finisce qui. Senza senso.






11.6.23

Dove sono finiti i blog?

 





Da sempre - per meglio dire fin dall'inizio della mia avventura come blogger - ho cercato in tutti i modi delle connessioni con altri creatori di contenuti. Vi basta dare un'occhiata alla sezione in basso Blogroll per rendervi conto che i 3 blog attuali sono troppo pochi (magari 33 può essere un bel traguardo!). Con il passare degli anni riscontro sempre più difficile trovare altri che hanno la mia stessa passione e anche le directory dedicate di una volta ora non risultano più online.
Ora tu che stai leggendo fammi un piccolo favore... segnalami quel nuovo blog che proprio merita ma che pochi conoscono... di quel tuo amico (anche immaginario), parente (anche acquisito), conoscente (ma anche no). Ci siamo capiti?
Aiutami a scovare altri blog italiani indipendenti, con molta passione e poco business. Fammi sapere, ci conto!





8.6.23

Ecco il mio blog!

 





Nel 2023 ha ancora senso curare uno spazio web nella forma di blog personale? Assolutamente sì. Io non posso che continuare a ringraziarvi - affezionati lettori - nonostante la mia rada presenza, ogni post viene letto da molti di voi. Per gli amanti dei numeri, in media ogni giorno 200 visitatori approdano a zeropoesie.com (dato aggiornato al 8/6/2023). Mi pare proprio chi i blog non sono morti!
Però una cosa l'ho compresa: non devo più annunciare scadenze fisse. Ad esempio, vi avevo detto alcuni mesi fa che ogni lunedì sarebbe apparso un nuovo capitolo del mio romanzo ISAAC... purtroppo è un impegno che non riesco a rispettare. Verranno pubblicati i nuovi capitoli - con gradualità - ma non ci sarà più una giornata prestabilita.





14.5.23

Isaac - Capitolo 4 (Romanzo Completo)

 


- CAPITOLO 4 -




Mezza giornata sprecata, a perdere tempo, a cosa era servito poi? Isa, dopo aver pranzato frugalmente nel bar adiacente all’ufficio - dove aveva sostenuto il colloquio così fruttuoso - inforcò il simpatico motorino e si avviò verso il minimarket del suo amico hacker. Pietro per gli amici Peter.
La foglia verde, così si chiamava il negozio di articoli vari per la casa, ma in prevalenza alimentari ed affini. Appena si varcava la porta di ingresso: un trillo sonoro fastidioso avvisava l’eventuale personale. C’era ben poco da avvisare, lì dritto per dritto ad una ventina di passi c’era un bancone sbiadito con quella luce tremolante nel lato destro. Dietro, il titolare.
<<Vuoi un panino con la mortadella o hai già pranzato?>> domandò Peter. Era difficile rifiutare. Un coltellaccio dal manico giallo in plastica cercò un panino adatto allo scopo. La lama seghettata aggredì la crosta per poi affondare in un taglio netto, fragrante. Poi, un suono di affettatrice e il conseguente letto di fette un po’ spesse dell’insaccato pepato a dovere.
<<Isa, com’è andato il colloquio? Che ti hanno trovato un lavoro?>>
<<Una totale pagliacciata… ti rendi conto? Saranno sei mesi che vado avanti così. Che mi puoi mettere una fetta di Asiago?>>
<<Vedo che hai appetito! Ti passo anche la solita gazosa?>>
<<Grazie… vorrei proprio sapere come fai a reggere in questo negozietto… tu che sei un bravo programmatore. Ti sei fatto proprio fregare da Angelica, vero?>>. Peter si fece un pelo più serio e rispose con una convinzione che in realtà non gli apparteneva:
<<Che simpatico che sei Isa! Non è che ci posso campare di MS-DOS e BASIC. Non vorrei esagerare, ma credo davvero che qui a Marinella sono l’unico che ne capisce qualcosa di elaboratori elettronici. E cosa ancora peggiore, uno dei pochi che ne intravede un potenziale grandioso>>
<<Ehi, ma anche io ne capisco. Conosco il tuo 286 come le mie tasche!>>
<<Vabbè tu non conti… non sei di Marinella Porto. Tu sei del nord!>>
Era una casa molto silenziosa, almeno era una casa silenziosa quando i due amici si incontravano nella camera studio. Scrivania enorme, due sedie, monitor acceso.
Il massimo del rumore che si poteva avvertire in quei pomeriggi ripetuti, ripetitivi - come un avvio gracchiante di un Sistema Operativo - erano nell’ordine: il ritmico incedere delle dita di Peter sulla tastiera, lo stiracchiarsi di Isa per la sedia non comodissima, la ventola sussidiaria del computer che faceva ondeggiare lievemente anche i ciuffi delle capigliature dei due.
<<Ma è vero che sei un hacker, Peter?>>. Le mani dell’amico continuarono a fluttuare sopra i singoli tasti neri, e mentre leggeva stringhe di testo francamente incomprensibili rispose:
<<No, Isa. Scherzavo l’altro giorno. Era per darmi un tono con quell’idiota lì… com’è che si chiama?>>
<<Rossi, Riccardo>>
<<Non hai visto come era fastidioso? La sua gentilezza apparente nasconde che sotto sotto mi reputa un fesso>>.
Isa appoggiò una mano sulla spalla dell’amico e gli disse: <<Guarda che non è così, Riccardo è certo un soggetto particolare, ma non pensa questo di te. Forse proprio l’opposto, credo che ti ammira, anzi>>.
Peter per qualche secondo distolse lo sguardo dallo schermo luminoso per poi posarlo su Isa: <<Vabbè, se lo dici tu… >>.





26.3.23

Isaac - Capitolo 3 (Romanzo Completo)

 


- CAPITOLO 3 -




Una salvietta imbevuta è quello che ci voleva, la passò sulla punta della scarpa décolleté nera, poi alla base del tacco rapidamente. Victoria era solita fermarsi lì: sull’unica panchina del giardino comunale. Un giardino misero - certamente - con un paio di soliti giochi per bimbi e poco altro.

Lei era lì, per osservare proprio quei giovani germogli, piccoli esseri umani con grande potenziale, infinito potenziale; ma purtroppo le molteplici possibilità di crescita e raffinamento - che per ogni figlio si può tentare di pianificare - nella pratica portano nel maggiore dei casi al medesimo risultato. Invariato. I giovani, che prima erano bambini, che poi diverranno adulti, che poi saranno vecchi da accudire come neonati… saranno la somma semplicemente della società in cui vivono. Possiamo raccontarcela, edulcorare la realtà, nutrire delle aspirazioni teoriche; ma i nostri figli sono e saranno come i figli di tutti gli altri. Proprio come quel piccolo che Victoria osserva con molta attenzione - tanto simile nella sua distorta percezione - alle fattezze fisiche, nei lineamenti del volto, nel sorrisino. Le manca da morire il figlio! Molto più del marito assente anche lui, e lontano da casa. Due dolori, ma di un enorme peso specifico differente. 

Il compagno di Victoria è sempre stato un disadattato. Un animo artistico incompleto, sempre sul punto di creare qualcosa di degno ed apprezzabile, ma tremendamente incostante. Lunatico è il termine appropriato. Come se non sapesse di preciso a cosa anelare. Lei, che si innamorò anche della sua indole creativa, si aspettava un tempo soddisfazione nel trattare e convivere con un uomo così sensibile. Ma la disillusione a questo riguardo arrivò presto, dopo pochi anni dal matrimonio. Lui era semplicemente un eterno bimbo, nulla di più.


Un tempo - era convinta senza alcun dubbio - che Nando poteva crescere e maturare in maniera corretta; senza prendere spunto dal comportamento del padre. Così in parte era stato, ma Victoria non si aspettava proprio che il suo Nando fosse così finemente omologato - come uno stampino da biscotti che crea sempre la stessa forma all’infinito - e il figlio era diventato uno dei biscotti.

Però era bello, doveva ammetterlo, vedere quel piccolo ricciuto e biondo - identico a Nando - che si dava slancio sull’altalena. Era davvero bello.






19.3.23

Isaac - Capitolo 2 (Romanzo Completo)

 


- CAPITOLO 2 -




Isa udiva un  rumoroso trillo convulso, di una sveglia non sua, da dove proveniva il suono molesto? Dalla camera della madre? 

<<Ti vuoi alzare, oppure no?>> era proprio lei: quell’essere che in un instante spalancò la porta della camera.



Il ciclomotore di Isa non voleva partire, piccoli spunti di accensione ma poi si arrestava; il pieno di miscela l’aveva preparato lui stesso un paio di giorni prima.

<<Si può sapere cos’è che non va in te?>> esasperato ed ansimante per le continue pedalate infruttuose - con il doppio cavalletto del motorino tirato sù - urlò il povero ragazzo. Il ciclomotore, un Piaggio, non rispose ovviamente. Eseguì altri controlli vari, magari è la candela…

Finalmente riuscì a partire: con quel cicaleccio innocuo che contraddistingue il mezzo. Con attenzione continua e la manopola del gas tirata, il giovane si mise il casco e varcò il cancello di casa.

Quella giornata di inizio primavera era gradevole: timidi colori, insetti e profumi di fiori, erba e terra bagnata. In definitiva, avrebbe voluto fare ben altro che dirigersi a Marinella Porto per un colloquio d’orientamento al lavoro. Non era tanto il viaggio che lo infastidiva - ora notava anche folate odorose di gas di scarico, pollini bianchicci svolazzanti, sterco a forma di piccole colline ai bordi della strada - ciò che lo infastidiva era perdere tempo. L’utilità gli sfuggiva.



Era seduto, in un corridoio illuminato dalla luce in esterna - proveniente da due finestrine - la quale rifletteva su un tavolino bianco di pessimo gusto: le sagome delle sette persone in attesa. Lui era l’ultimo. Erano già le 11:00 ed iniziava anche ad avere fame, la colazione l’aveva saltata.

Arrivò il suo turno e si trovò al cospetto di un donnone sui sessanta con grossi occhiali del periodo del Paleolitico, suppongo. Una camicetta troppo repressiva per il suo petto, lei fissò negli occhi Isa.

<<Si accomodi pure… vedo con piacere che è presente al colloquio di orientamento al lavoro. Sono in diversi che dimenticano di ripresentarsi. Io e lei, non ci siamo mai incontrati vero?>>

<<No, l’altra volta c’era un signore… anche un po’ sordo>> rispose lui. 

<<Ah certo. Andrea Arduini è andato in pensione, sicuramente un soggetto molto interessante! Ora avrà tutto il tempo che vuole per dedicarsi alla sua grande passione: la poesia. A lei piacciono le poesie?>>

<<Per niente>>.



Un cambiamento di postura vistoso, tirò ancora la sua camicetta verso il basso e drizzò la schiena.

<<Bene. Il colloquio consta in semplici domande d’orientamento. La prima: quali pensa siano i suoi pregi e i suoi difetti in ambito lavorativo?>>

<<Anche se non ho mai lavorato, credo che un mio pregio sia la fantasia>>

<<In che senso la fantasia?>>

<<Intendo quella possibilità di evadere con la mente anche quando ci si trova tra quattro mura>>

<<Ah, beh. E il tuo difetto quale credi che sia?>>

<<A volte sono in ritardo - non che lo faccio apposta - però mi viene fatto notare>>

<<Sì, la scarsa puntualità non è un bene in nessun lavoro. E dimmi ancora una cosa: quale lavoro sogni di fare?>>

<<Non saprei… sono ancora alla ricerca di me stesso. Sono sincero>>.



La donna si allontanò con la sedia lentamente dalla scrivania, si alzò e si avvicinò di lato al giovane. E quasi come un sussurro disse:

<<Credi all’utilità di questo colloquio?>>

<<No, per niente>>.







12.3.23

Isaac - Capitolo 1 (Romanzo Completo)

 



- CAPITOLO 1 -





Ai miei tempi questo, ai miei tempi quello. Erano introduzioni molto appropriate, da utilizzare ogniqualvolta per sottolineare insoddisfazione, l’apatia verso una novità e l’insofferenza alle nuove nozioni da apprendere. Era un tipo davvero difficile, parlare con lui, per imbastire un discorso di senso compiuto, senza poi subirne irrimediabilmente interruzioni - mai  una volta appunto - che si potesse passare indenni alle lagnanze sterili di un vecchio; che in questa storia era il padre del protagonista, o la proiezione mentale di un genitore?

La cosa buffa, se si intendono buffe le incongruenze della vita, è che simili considerazioni avvenivano anche in una mente differente: nel figlio del protagonista. Lui appena diciottenne, ma con una spavalderia come poche, viveva in quella fase della vita dove tutto appare chiaro. Dove tutti gli altri indifferentemente sono inadatti, poco evoluti e poco scaltri. Quella fase della vita dove si pensa di aver compreso tutto, ma tutto sarebbe da sostituire con qualcosina.

Vederli discorrere assieme - tutti e tre - era uno spasso. Un osservatore attento alle singole rimostranze, poteva comprendere con chiarezza che in fondo erano la stessa persona. Nel senso, che parte di quel modo d'essere che odiavano l’uno nell’altro e che rendeva sofferta la convivenza, era intimamente compreso; ma nelle date circostanze era incomprensibile. Di tali controsensi ne è pieno il mondo e anche loro ne erano rappresentazione.



Isaac era il suo nome, abitava in un paesino rurale della bassa modenese, tra proverbiali nebbie mattutine ed afa tremenda estiva. Si era ritrovato a vivere lì, e le circostanze lo avevano saldamente imbrigliato al luogo. Non ci ripensava nemmeno più, almeno non come un tempo, una sorta di rassegnazione propositiva; una sorta di facciata esteriore per coprire un vuoto. 

Era nato in bassa Italia in provincia di Napoli, l’odore della salsedine, la confusione allegra, quel modo di affrontare la vita… talvolta in maniera fantasiosa. Erano i suoi ricordi rimaneggiati, irreali e oramai del tutto lontani da un passato che - a dirla tutta - non conosceva, perché non aveva davvero vissuto.

Mai come in quel momento, indeciso sul da farsi: lanciarsi di sotto e farla finita? Scappare, oppure ricominciare daccapo? Furono pensieri tanto dolorosi quanto fugaci, dato che dopo poco riuscì  a ricomporsi con grande naturalezza. Difatti, una donnina che lavava le scale si era avvicinato a lui con un secchio blu sbiadito grande come una casa. 

<<Buongiorno signore, ha un appuntamento con il dottore… Ricciardi?>>

<<Sì… tra quindici minuti appena. Vado ad aspettarlo di sopra, in sala d’attesa>> ed intanto lui ricominciò a risalire le scale.

<<Scusi. Ma lo ha saputo vero?>> continuò alzando un po’ il tono della voce, la donna <<... proprio da quella finestra - dove era lei prima - un giovane ha tentato il suicidio!>>.

Sì lo sapeva, Isaac.






6.3.23

E' la fine dei social network?







Pare proprio di sì. I social come li conoscevamo... che ci permettevano gratuitamente di venire in contatto con altri utenti con i nostri stessi interessi, stanno cambiando. Abbonamenti, spunte blu, sponsorizzazioni... per poi in definitiva offrire bene o male ciò che prima era elargito a tutti gli iscritti. Si dice che le aziende del digitale vivono un periodo difficile e sono costrette a monetizzare.

Comunque sia, così, la funzione primaria dei social network verrà a mancare. I vari creatori di contenuti (come chi ha un blog) desideravano entrare in contatto con altre persone, ma se i social sono sempre più desertici spiegatemi perché continuare a perderci tempo?

In questo senso è la fine dei social network.





5.3.23

My Chromebook (terza parte)

 





Una delle conseguenze pratiche che il lungo periodo di limitazioni - per causa della situazione sanitaria - è stato, senza dubbio, la riscoperta necessità di possedere almeno un PC in casa. E' stato un cambio di rotta importante, difatti negli ultimi anni (fino a prima della pandemia) sempre più famiglie erano senza un computer... affidandosi esclusivamente ai device mobili.

La didattica a distanza, come lo smart working, ha però reso nuovamente il PC uno strumento utile per tutti. Gli analisti del settore prevedono che la richiesta di nuovi computer sarà alta per ancora tanto tempo. Vista la situazione, è anche più chiaro riuscire a comprendere il motivo del successo dei Chromebook anche in Italia!

Chi di voi in questi mesi si è informato per acquistare un nuovo PC si sarà senza dubbio reso conto come i prezzi dei vari computer Windows siano aumentati... e anche sugli e-commerce alcuni modelli vengono esauriti con rapidità.








I più attenti hanno altresì notato la presenza massiccia di questi nuovi PC Chromebook... che in effetti costano anche un po' meno rispetto ai Windows 10, e infinitamente meno rispetto ad un McBook! E così possiamo chiederci: "Quale Chromebook dovrei acquistare?".

E' tutto relativamente semplice, alcune delle marche produttrici che collaborano con Google sono: HP, Lenovo, Asus, Acer. Per produrre per conto di Google ci sono dei requisiti sulla performance che tutti i produttori devono rispettare; quindi non sarebbe del tutto errato dire che qualsiasi Chromebook può andare bene.

Con qualche accorgimento in più, possiamo però acquistare il meglio, come? Indifferentemente dal negozio che sceglierete per finalizzare l'acquisto, vi invito a visitare la pagina ufficiale Google dedicata a suoi PC, per l'Italia. Il link: google.com/chromebook












Come si vede dall'immagine, vi viene chiesto quale sarà l'utilizzo prevalente del Chromebook. Cliccate "lavorare da casa" o "studiare a casa", vi verranno così elencati i modelli disponibili per l'Italia. 

Bene, vi siete appuntati alcuni modelli... ma come si fa a scegliere? Quali sono le caratteristiche che fanno la differenza? La risposta è dipende. Alcuni Chromebook sono touchscreen e per questo costano un po' di più, altri sono impermeabili, altri hanno un autonomia della batteria superiore, ecc...

Comprendete bene che le differenze non sono tanto quelle hardware, ma sono più differenze legate ai vostri gusti e bisogni. Per concludere, anche in merito alla capienza dell'hard disk... non fatevene un problema, dato che non salverete in locale quasi nulla. Perché? Perché il vostro vero hard disk sarà nel cloud.