19.5.21

Per poi ricominciare

 





Appena 17enne su uno scooter freddoloso, come il conducente. Erano settimane invernali e nebbiose, la norma del paesino della Bassa Modenese, dove allora abitavo. Avevo appreso che ogni martedì alle 19:30, nella biblioteca comunale, si riunivano una decina di persone uniti dall’insolita passione per la Poesia.

Quindi nonostante il freddo pungente e l’aria densa di umidità - ero contento - mentre percorrevo i pochi chilometri rimanenti. Pensavo che finalmente avrei conosciuto direttamente altri esseri umani con la mia stessa passione! Si può dire che ho sempre amato la poesia, ho cominciato a scriverla molto presto. La sintesi, l’immediatezza, la profondità. Sono le caratteristiche che mi hanno sempre colpito. Ma quando esprimevo questi sentimenti a conoscenti e amici, riscontravo che l’argomento era poco interessante per loro. Di conseguenza con il passare del tempo, tenni solo per me questa sensibilità. Alieno fra gli umani.

Le cose però, non erano così come pensavo. E lo scoprì quella sera di Novembre nella biblioteca. Il gruppo di poeti che si riunivano, erano di diverse estrazioni sociali: c’era l’operaio metalmeccanico, la pensionata, la figlia di papà, il disoccupato…
La nostra unione - settimana dopo settimana - fu formata dalle poesie lette a bassa voce o con fervore, quasi come confessarsi l’uno agli altri. Erano momenti sospesi e magici, che purtroppo finirono troppo presto.

Proprio perché il ricordo è rimasto indelebile dentro me, decisi una decina di anni fa di intraprendere la mia carriera parallela, come blogger. Il mio obiettivo è ricreare anche oggi un pizzico di quella magia. E dopotutto, mi risulta indispensabile guardare indietro al percorso già fatto; per poi ricominciare.


13.5.21

Nel deserto (Lester Giomalli)


© VOIGTF64






NEL DESERTO


Scavo la mia fossa. 
Il sole,
il deserto:
elementi di un’inquietudine che altera i miei sensi.
Nessuna trattativa.


- Lester Giomalli -





2.5.21

Fiore appassito (Franco Benati)

© LAURA E. PARTAIN





FIORE APPASSITO


Lo sguardo assente
il viso contratto,
in una smorfia
appena accennata.
Che sa di triste
di fiore appassito,
che luce non ha.


- Franco Benati -